La resilienza rappresenta un sostegno formidabile per affrontare i processi di cambiamento che quotidianamente ci troviamo ad affrontare nella vita e nella stessa organizzazione del lavoro, riuscendo ad uscirne rafforzati.
Come abbiamo già scritto la resilienza ci fornisce la possibilità di essere protagonisti e non vittime del cambiamento.
Sostenere la resilienza
La resilienza non è una dote genetica, né, tanto meno scontata per tutta la vita. Anche se vi sono persone che, per le esperienze e le relazioni personali vissute, la rafforzano o possono arrivare a indebolirla.
Tutori della resilienza
Vi sono delle situazioni e delle persone che nella vita assumono il ruolo di essere tutori della nostra resilienza.
Come vedremo nel contributo di approfondimento allegato e nel video di presentazione si tratta di un ruolo delicato, giocato fondamentalmente nella direzione di promuovere il senso di auto-efficacia di ognuno. Favorendo la possibilità di abbandonare l’immagine di sé come “incapace” per scoprirci “capaci di”, esprimendo capacità e talenti che pensavamo inutili o disattivati.
Essere Tutori della resilienza non significa assumere il ruolo di chi indaga sulle vicende accadute e individua le soluzioni migliori, magari attraverso un percorso preconfezionato. Quanto piuttosto nell’attenzione di “stare in ascolto” dei bisogni specifici delle persone, per pianificare interventi che possano “calzare a pennello” su ciascuno ed essere realmente utili ed efficaci.
Come divenire tutori della resilienza
Non esiste una scuola o un corso formativo per divenire tutori della resilienza. Si tratta di un processo collaborativo, integrato, i cui diverse persone agiscono assieme al fine di co-costruire un modello inclusivo e trasversale a favore di persone che stanno attraversando un momento difficile della propria vita.
La chiave sta proprio qui: ascoltare l’altro senza prevenzioni e schemi di lettura preconfezionati. Si tratta di una delle imprese umane più difficili: per questo motivo, anche su questo aspetto torneremo!