
Tifosi allo stadio
La prosecuzione a porte chiuse del campionato di calcio ha aperto il dibattito di come permettere il ritorno dei tifosi allo stadio.
In questo ragionamento vi sono aspetti che vanno ben al di là degli stadi. Aspetti che investono anche le discoteche, i luoghi di ritrovo o di vacanza.
Pensare che il tutto si riduca alla redazione di un piano di sicurezza e dell’informazione agli interessati, appare limitativo. Occorre invece suggerire e sostenere comportamenti utili al mantenimento della sicurezza.
Valori e attese del gruppo
Ogni persona, quando entra a far parte di un gruppo tende a passare da un’identità individuale a una collettiva. Ciò non significa perdere i propri valori e norme ma muoversi e agire in termini di valori e norme associate con il gruppo corrispondente. Salvo poi ritornare ad abbracciare la personale scala di valori, una volta usciti dal gruppo o passando a uno diverso. D’altra parte l’influenza reciproca tra i pari è ampiamente dimostrata (Zaki, Schirmer e Mitchell, 2011) laddove il confronto con le loro opinioni porta a una modifica di quelle espresse precedentemente dal soggetto.
Conoscere
Conoscere la specifica identità sociale di un gruppo diventa uno strumento di grande utilità perché è la chiave per capire come rapportarsi con i suoi membri e, in modo particolare, per predisporre le più efficaci forme di comunicazione da adottare. Si tratta di individuare le principali caratteristiche di quello specifico raggruppamento sia in termini delle norme e dei valori (pensiamo ad esempio ai tifosi allo stadio) o delle motivazioni che hanno spinto le persone a riunirsi in quel luogo. Pensiamo ai partecipanti a un concerto rock rispetto a un gruppo di pellegrini che partecipano a una funzione religiosa.
Le motivazioni e le aspettative che le persone collegano alla propria presenza in un determinato luogo hanno una ricaduta su quello che metteranno in atto nel momento in cui sarà richiesto di attuare uno specifico comportamento.
Ciò significa che le stesse strategie spaziali e organizzative relativa alla sicurezza devono tenere conto di queste differenze.
La coesione come risorsa
Le persone tendono a far affidamento sulla coesione al gruppo al quale appartengono, accrescendo la disponibilità ad assecondare le azioni della maggioranza (Van Vugt e De Cremer, 1999). In altri termini, come osserva Mucchi Faina (2002) le persone in queste circostanze tendono a far prevalere la parte socializzata del Sé. Questo fornisce un criterio di lettura diverso da quello di Le Bon (1895): la folla non è un gregge alla ricerca di un padrone, ma un’entità alla ricerca di una risposta di senso condivisa rispetto a quello che sta vivendo. Sta all’organizzazione fornire dei punti di appoggio in questa direzione.
Ecco che riflettere sui tifosi allo stadio può essere una buona occasione per personalizzare le migliori comunicazioni.
Bibliografia
Le Bon G. (1895). Psicologia delle folle, Tea, Milano, 2004.
Mucchi Faina A. (2002). Psicologia collettiva, Storia e problemi, Edizioni Carocci.
Van Vugt M. & De Cremer D. (1999). Leadership in social dilemmas: the effects of group identification on collective actions to provide public goods, Journal of Personality and Social Psychology, 76, 587-59.
Zaki J., Schirmer J. & Mitchell J.P. (2011). Social influence modulates the neural computation of value, Psychological Science, 22(7), 894-900.