Robinson Crusoe

Robinson Crusoe

Un libro ha avuto un grande successo molti anni fa, poi è divenuto un film da Oscar con Tom Hanks (2000). Si tratta di Robinson Crusoe scritto da Daniel Defoe nel 1719. Defoe, occorre ricordarlo, è una sorta di pennivendolo moderno che scriveva per chiunque e difendendo ogni causa ben remunerata.

Il libro si presenta come la storia vera di un naufrago rimasto per 28 anni in un’isola deserta e oggi rappresenta molti aspetti del modo in cui affrontiamo le questioni che abbiamo di fronte.

 

Vediamone alcuni aspetti che possono avere rilevanza su come stiamo costruendo il nostro vivere.

Un uomo del fare

Robinson costruisce e fa molte cose per la sua casa. Persino una canoa, ma senza un progetto che gli permetta di farla arrivare fino all’acqua.

Restio alla collaborazione

Quando viene a sapere che in un’altra isola c’è un altro gruppo di naufraghi si rifiuta di raggiungerli perché diversi da lui.

Robinson: uomo avido

Quando trova delle monete d’oro e d’argento nella stiva di una nave affondata le tiene tutte per sé con il pretesto di garantirsi la vecchiaia.

Robinson, il padrone

Robinson ha tre compagni: Venerdì (gli ha dato lui questo nome), il padre di Venerdì e uno spagnolo. Tre compagni che mantiene come una sorta di sudditi.

Robinson, chiuso al diverso

La presenza più rilevante nella storia è quella dei cannibali. Qui c’è l’unica parvenza di un cenno di attenzione al diverso. “Quelle persone non erano assassini ma uomini d’una civiltà diversa, che obbedivano alle loro leggi, non peggiori delle usanze di guerra del mondo Cristiano”. Comprensione o giudizio per differenza e da differenza, alla fine segnala la diversità e la chiusura alla comprensione.

 

Un libro molto moderno che, come dice Calvino, da leggere con attenzione e riflettere sulla strada che stiamo intraprendendo verso il nostro futuro.