Spazio personale

Spazio personale

Spazio personale

di Antonio Zuliani

La comprensione e la valorizzazione dello spazio personale è un aspetto rilevante per ogni situazione nella quale le persone si trovano a vivere; si tratti di un incontro a due, di una riunione o di una situazione critica una buona gestione di questo aspetto più determinare risultati ben diversi.

Caratteristiche dello spazio personale.

Quando si parla di spazio personale si prende in considerazione il fatto che ogni persona è portata a costruirsi un proprio territorio personale. Si tratta di un territorio che possiede due caratteristiche di fondo:

  • spazio strutturato. Si tratta di uno spazio definito da confini fisici esterni quali le mura, i recinti o contenitori che rendono fisso e riconoscibile questo spazio. Esempi in merito solo la casa, la stanza, l’automobile e così via;
  • spazio soggettivo. In questo caso si può parlare di una sorta di spazio portatile che ognuno si porta sempre con se e che, anche in assenza di confini fisici, non tutti sono autorizzati a varcarne le soglie senza determinare una reazione difensiva.

Questo è lo spazio personale sul quale saranno proposte alcune riflessioni.

Confini dello spazio personale

Pur considerando che questo spazio risente significativamente delle influenze culturali, si possono identificare quattro grandi zone nel quale è suddivisibile a seconda della distanza alla quale gli altri devono stare per rispettare le attese della persona.Zone che denominiamo:

  • pubblica,
  • sociale,
  • personale,
  • intima.

Zona pubblica.

Si tratta della distanza (stimata superiore ai 3 metri) che permette a chiunque di sentirsi a proprio agio quando si trova in un ambiente sconosciuto e alla presenza di persone che non conosce. Una dimostrazione dell’importanza di questa zona pubblica la si può osservare in una metropolitana dove le persone estranee tendono a sedersi nei posti più lontani tra loro loro.

Zona sociale.

In questo caso la distanza ottimale, stimata comunque superiore al metro, metro e mezzo, si riferisce alla presenza di persone conosciute, ma verso la quali non si è sviluppata una particolare relazione. Essi possono essere colleghi di lavoro, fornitori di servizi quali i negozianti e il postino. Si tratta della zona propria delle relazioni sociali.

Zona personale.

In questa zona la distanza può scendere fino ai 45 centimetri dove possono collocarsi, senza creare particolari tensioni, persone con le quali si è sviluppata una buona relazione interpersonale. Per rimanere all’interno dell’esemplificazione proposta per la zona sociale qui si collocano i colleghi di lavoro con i quali c’è frequentazione e familiarità, il negoziane di fiducia, ecc.

Zona intima.

Questa è la zona alla quale si permette l’accesso solo a poche persone che sono le più vicine ed intime, ma facilmente accessibile anche agli animali domestici. In questo caso il confine sembra non esistere più. Anche se non tutti hanno poi il permesso di mantenere a lungo il contatto fisico in quella che si può definire come zona intima ristretta.

Come si diceva queste zone risentono dell’influenza culturale arrivando a variate tra cultura e cultura, ma determinando anche differenze interne significative. Ad esempio ad un medico, ad fisioterapista o ad un parrucchiere è consentito l’accesso alla zona intima senza particolari difficoltà. Anzi ci si aspetta che lo faccia, tanto che un medico che non visita le persone non viene ben considerato.

Le considerazione proposte hanno un grande valore all’interno di numerose situazioni quotidiane. Prendere in considerazioni i bisogni che le persone manifestano circa il rispetto delle zone nelle quali si articola il loro spazio personale è molto importante. Ogni qual volta, organizzando un incontro o una riunione non si prendono in considerazione questo ordine di problemi si rischia di aggiungere difficoltà inutili.

Il concetto di spazio personale ha rilevanza anche nel campo dell’emergenza. Una persona all’interno di un’area con grande affollamento, aumenta il proprio stato di tensione, accrescendo il bisogno di difendersi e di estraniarsi da un contesto tanto pericoloso. In queste circostanze questa ulteriore tensione può diminuire l’attenzione della persona e la sua possibilità, ad esempio, di ascoltare e utilizzare eventuali messaggio di emergenza che le fossero rivolti.

Come prendere decisioni difficili

Come prendere decisioni difficili

Come prendere decisioni difficili

di Antonio Zuliani

Nella vita accade di dover prendere delle decisioni difficili. Di seguito forniamo alcuni consigli utili in merito, che nascono dall’esperienza maturata in tutti questi anni di consulenza ed affiancamento a persone chiamate a queste scelte: che hanno prodotto il progetto processo decisionale

Sii consapevole che sai più di quanto non credi.

Oltre ai dati cognitivi ogni problema ne contiene molti di natura emotiva. Spesso le emozioni sono considerate come degli ostacoli nel processo decisionale. Ciò non è assolutamente vero, anzi esse aiutano, se correttamente comprese, a prendere decisioni migliori.

Tieni sempre in mente che ci sono molte cose che non sai.

Di fronte ad ogni problema ci sono molti dati sconosciuti e che siano in grado di demolire anche le migliori teorie. Collin Powell diceva ai suoi collaboratori “Ditemi cosa sapete, poi ditemi cosa non sapete e solo allora potete dirmi cosa ne pensate. Tenete sempre questi tre punti separati”.

Troppe informazioni ti confondono la mente

Spesso si ritiene che più informazioni si acquisiscono e più sia facile prendere delle decisioni difficili. Questo non è vero perché il nostro cervello non riesce a processare razionalmente troppe informazioni: secondo gli studiosi i dati veramente utilizzabili contemporaneamente vanno da 4 ad 8. Certamente l’esperienza più aiutarci ad accrescere tali capacità, ma non di molto.

Tieni sempre a disposizione ipotesi concorrenti

Ogni qual volta si prova a vedere il problema da una diversa prospettiva si puòi scoprire che le nostre convinzioni si basano su fondamenta fragili, per cui appare utile verificare le soluzioni adottate assumendo punti di vista diversi.

Accetta l’incertezza.

Appare ovvio, ma è ben difficile che un problema complesso abbia una soluzione facile ed univoca. Per cui ogni tentativo di eliminare l’incertezza può farci cadere in trappole pericolose determinate da un processo di semplificazione che sacrifica molti dettagli al bisogno di trovare una soluzione scevra da ogni contraddizione.

Impara dagli errori.

Il nostro cervello apprende più dagli errori che dalle teorie, per cui di fronte ad una decisione da prendere è molto importante valutare l’esito delle altre decisioni che abbiamo preso nel medesimo ambito. Le esperienze passate, anche se fallimentari, aiutano nel prendere decisioni.

Il buon umore e l’ironia ti aiutano.

Molti studi confermano che le persone di buon umore sono in grado di risolvere meglio i problemi complessi rispetto a chi è nervoso o depresso. Questo perché le aree cerebrali deputate alle decisioni non sono occupate dalla preoccupazioni dettate dalla vita emotiva.

Guardati pensare.

Per aiutarci a prender decisioni è importante riuscire a fare un passo laterale e riuscire ad essere consapevole del tipo di pensiero (razionale, emotivo, consapevole, ecc. ) che stiamo utilizzando nel prendere una decisione.

Con la giusta calibrazione si tratta di suggerimenti utili per affrontate decisioni difficili, con un’ultima raccomandazione: alla fine decidi.