
Finanza comportamentale
Finanza comportamentale (behavioral finance).
di Antonio Zuliani
La finanza comportamentale si propone di affiancare e integrare le teorie finanziarie con la psicologia. L’assunto di base è che non corrisponde al vero il modello classico secondo il quale le persone agiscono in modo perfettamente razionale. Gli studi su questo tema risalgono agli anni settanta con i lavori di Kahneman e Tversky. Questi autori, con il contributo di Shefrin, per primi applicarono le ricerche sui modelli comportamentali relativi ai processi decisionali al campo della finanza.
Quello che emerge da questi studi è che molte “anomalie” dei mercati finanziari si spiegano attraverso i comportamenti degli attori economici. Si sono messi così a fuoco gli errori, le irrazionalità e i meccanismi sui quali si appoggia il nostro cervello nell’esaminare la realtà e nel prendere le decisioni.
Come osservato il cervello umano, nel corso del processo evolutivo, si è via via adattato al mondo circostante sviluppando delle regole empiriche che lo aiutano nella soluzione di tanti problemi quotidiani. Queste euristiche possono però portare anche a degli errori e spingere a decisioni sbagliate. Lo scopo della finanza comportamentale, è quello di mettere in luce queste trappole e di portare alla consapevolezza che ci si può addestrare a disinnescarne gli effetti. Per rimanere nel campo finanziario pensiamo alla overconfidence, all’illusione di controllo o all’avversione alla perdita. Temi tutti connessi ai meccanismi della finanza comportamentale.