Curiosità

Curiosità

 cLa leggenda racconta che Zeus regalò a Pandora il famoso vaso dicendole di non aprirlo per nessun motivo. Cosa che Pandora non fece e, a causa dalla sua supposta curiosità, dal vaso uscirono tutti i mali del mondo. Ecco allora che se non siamo come gli Dei dell’Olimpo la causa è la curiosità.

La curiosità come tratto evolutivo

Ma la curiosità è un tratto negativo del nostro essere uomini? Tutti gli studi smentiscono questa idea pur radicata nella nostra mente.

La curiosità ha un suo importante significato evolutivo: dalla fase dei perché dei bambini che mettono spesso in difficoltà i loro genitori a quella che ci spinge a seguire i tanti programmi televisivi che stuzzicano il desiderio di conoscere. Anche solo le risposte ai quiz che invadono tutti i canali televisivi.

La curiosità fa parte del nostro modo di esplorare il mondo e affrontare la quotidianità, anche se si tratta di un’esperienza che ognuno vive diversamente non possiamo rinunciarvi.

Uomini e animali parimenti curiosi

La tendenza verso la curiosità la vediamo anche negli animali dalle formiche fino ai primati. Dai rettili agli animali che ci fanno compagnia nelle nostre case.

 In questo caso si tratta spesso di una curiosità che aiuta a trovare il cibo o il partner, ma anche la presenza di possibile predatore.

Un valore 

La curiosità ha un grande valore nella nostra storia anche quotidiano. Possiamo, infatti, dire che le persone più curiose sono più capaci di affrontare e adattarsi ai cambiamenti anche improvvisi che la vita mette di fronte. Un altro buon motivo per essere curiosi. Sembra chiaro che la curiosità é un dono di madre natura anche se è difficile definirne i meccanismi che la determinano.

Tipi di curiosità 

Possiamo dire che ci sono vari tipi curiosità, anche se si tra di una distinzione in divenire.Ecco alcunitipim di curiosit:

  • “percettiva” che è tipica della mente che viene sottoposta a un nuovo stimolo e che si assopisce quando la novità non è più tale;
  • “epistemica”, cioè il desiderio di sapere;
  • “diversiva”, effetto della noia provata da una mente che si ritiene sottostimolata;
  • “specifica”, che scatta quando desideriamo avere una risposta specifica ;
  • sociale” che ci spinge a domandarci ciò che fanno e pensano i nostri simili

A proposito di detti senza fondamento: non è vero che le donne sono più curiose degli uomini. Si tratta di una tendenza del tutto trasversale.

Se siete interessati a un video sul tema ecco il link al nostro canale youtube https://www.youtube.com/watch?v=GTKs6fk0F48 

La curiosità

La curiosità

La curiosità è centrale perché il cervello è spinto costantemente a cercare di capire tutti gli stimoli che gli arrivano. Ogni cambiamento inaspettato è temuto in quando modifica la tanto amata stabilità (non a caso si parla di tendenza alla omeostasi). Ma le novità sono anche una grande opportunità di cambiamento e di evoluzione (questo è il vero significato di resilienza). Per favorire questo processo occorre aiutare le persone a non elevare barriere difensive troppo forti: aver paura dell’incognita insita nel cambiamento non aiuta. Una funzione nel favorire la  strada del cambiamento, senza far elevare barriere difensive troppo forti, sta nel modo in cui si comunicano le cose.

Lavorare sulla curiosità

Gli stimoli inaspettati catturano l’attenzione e possono generare curiosità di saperne di più. Questo perché, di fronte a ogni novità, attiviamo dei meccanismi mentali con la precisa funzione di non far sentire ciò che accade come estraneo o addirittura pericoloso. Ma, anzi, corrisponda a percezioni già note e a sensazioni già vissute. In questo modo le barriere si sciolgono verso una disponibilità a un nuovo che non viene vissuto come temuto.

Due esempi dal cinema

Due esempi, tratti da due scene cinematografiche notissime, ci aiutano.

In Guerre Stellari Han Solo vanta le grandi doti del suo Millennium Falcon dicendo “ha percorso la rotta di Kessel in meno di dodici parsec”. Letteralmente è una frase per noi senza senso, ma appare al contempo credibile. Per rimanere in tema andiamo a Blade Runner e precisamente alla morte del replicante Roy Butty che dice “io ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser”. Non importa se questi luoghi esistono o meno: sono entrati nella nostra mente per il modo in cui sono stati comunicati.

Una strategia

Come si vede da questi esempi, le informazioni non vissute come ostili hanno anche la forza di stimolare la curiosità: il cervello si attiva positivamente. L’obiettivo è quello di stimolare la curiosità, sapendo che il cervello avrà l’impulso di colmare i vuoti dell’informazione in suo possesso. Se offriamo noi delle risposte a questa curiosità, la stessa diventerà stimolo al cambiamento.