
Progettare il futuro
Progettare il futuro. Progettarlo assieme, ricercando la massima condivisione è stato il filo rosso di molti nostri interventi professionali e culturali di queste settimane.
Da una a due crisi
Abbiamo sempre avuto la convinzione che di fronte e una situazione critica, com’è stata la pandemia, si debbano cercare le migliori soluzioni possibili in corso d’opera. A volta anche giorno dopo giorno: la crisi si affronta così. Necessitano risposte veloci, ma non potendo far riferimento a soluzioni già note e pronte all’utilizzo. Questa è una delle caratteristiche della crisi.
Ma siamo altrettanto convinti che da ogni crisi si deve uscire con un attenta programmazione. Che esca dall’illusione che tutto tornerà come prima, ma, anzi, cerchi di imparare dall’esperienza vissuta proprio perché il prossimo evento non sia nuovamente l’inizio di una crisi.
In questo il funzionamento del nostro cervello ci aiuta. Quella massa neuronale di poco più di un chilo e mezzo si è evoluta apprendendo e continuando ad apprendere da quello che le accadeva. In modo particolare dai suoi errori.
Questa strategia di progettare il futuro ora rischia ora di arrestarsi di fronte a una nuova traumatica esperienza: la guerra. Non una guerra, e ce ne sono state molte in questi anni, lontana, ma alle soglie di casa e dagli sviluppi imprevedibili. Quasi fosse una riedizione di quanto vissuto con la pandemia: dall’incredulità iniziale alla preoccupazione di non sapere come andrà a finire. Per tornare al nostro cervello: siamo di fronte a uno degli aspetti che più lo mettono in sofferenza; l’ignoto.
La tentazione dello status quo.
A fronte di una situazione così confusa ed emotivamente pregnante c’è la tentazione di procrastinare ogni decisione, affidandosi allo status quo. L’illusione che le cose alla fine non cambieranno, che tutto tornerà come prima, è molto forte. Ma si tratta di un’illusione: appoggiarsi su di essa è doppiamente pericoloso. Non permette di affrontare la realtà per quella che è, e provoca soluzioni che rimango insoddisfacenti. Tutto questo accresce e non attenua l’ansia per il futuro che tutti stiamo vivendo.
Progettare il futuro
Riteniamo sia indispensabile riflettere su tutto ciò. Su quali conseguenza ci troveremmo ad affrontare nei prossimi mesi a fronte di due stress così drammatici e vicini. Come saranno destinati a cambiare ancora i rapporti all’interno delle nostre organizzazioni, come aumenteranno e si manifesteranno le fragilità personali e sociali. Alcuni segnali sono di fronte a noi: aumento dell’aggressività interpersonale, di incidenti sul lavoro per una mente assorbita da un tasso di preoccupazione sempre più forte. Dall’aumentare dei sacrifici quando avevamo iniziato e pensare che sarebbero presto finiti.
Temi sui quali le organizzazioni devono riflettere assieme. Scongiurare una guerra in Europa non sarà sufficiente a scongiurare conseguenze personali e sociali all’interno delle nostre organizzazioni.
Occorre iniziare subito una riflessione condivisa in questa direzione: noi ci siamo perché il nostro desiderio è quello di contribuire a progettare il futuro.