
Attaccamento ai luoghi
Il cambiamento climatico e il conseguente riassetto del territorio che dovremmo affrontare nei prossimi anni dovrà tenere conto che lo spazio abitato non è solo un’entità fisica ma che contiene, per ognuno di noi, elementi diversi: le preferenze, i valori, i significati, le immagini, le sensazioni che determinano la necessaria adattabilità ai mutamenti ambientali che dovremmo vivere.
Lo spazio abitato e vissuto deve, quindi, contenere elementi decisivi che favoriscano il progettare un universo che rassicura, protegge, soddisfa, esprime e fa crescere (per ulteriori approfondimenti vedi il video dal titolo vivere la città).
Cambiare casa
Proprio gli effetti del cambiamento climatico ci suggerisce di ripensare allo spazio nel quale le persone saranno spinte a vivere per mantenere una necessaria sicurezza.
Cambiare casa o luogo di lavoro può risultare positivo se favorisce un positivo attaccamento al nuovo ambiente. Un processo delicato perché il luogo di appartenenza arriva a prendere per ognuno la sua forma. Come un vestito che, per sentirselo addosso, non deve essere né troppo stretto, né troppo largo, ma modellato su di noi. Con quel tanto di confort armonioso che non incute timore né desiderio di allontanarsi.
La sfida del degrado
Ripensare ai luoghi e ai quartieri contiene una sfida particolare che oggi va al di là dell’emergenza. Questo perché sono spesso le aree e le abitazioni più degradati (quindi più soggette alla necessità di un cambiamento) quelle che presentano maggiori problemi perché sono anche quelle che, per il tema dell’attaccamento storicamente vissuto dalle parsone che lo abitano rischiano di rompere in loro l’integrità mentale e il necessario benessere personale.
Sono i luoghi abitati da quelli che possiamo chiamare come “lungo residenti, che sono in specie gli anziani,
Un sostegno interdisciplinare
Solo un lavoro interdisciplinare può favorire in tutti una buona relazione di attaccamento con l’ambiente. In specie se nuovo e non scelto. Un lavoro che punta ad attraversare una lunga e necessaria fase di elaborazione della perdita subita, attraverso un attento ascolto dei bisogni dei singoli e delle comunità che, negli anni, hanno sviluppato una loro identità.