L’aumento della solitudine è una caratteristica che pervade la nostra società fine a farla diventare un importante problema di salute pubblica. Per questo motivo abbiamo dedicato un articolo di approfondimento sul tema.

 Cosa significa essere soli

La solitudine può essere definita come la percezione di un isolamento sociale e l’esperienza di essere separati dagli altri. Nella maggior parte di noi può cambiare quando muta lo stato in cui ci troviamo, per esempio quando stringiamo nuove amicizie o avviamo un nuovo rapporto sentimentale.

D’altra parte, vi sono anche persone che, pur vivendo isolati, ne sono perfettamente contenti.

 Solitudine e stadi di vita

Contrariamente a quanto si crede, il periodo dell’anno più solitario per gli anziani non è il Natale, ma l’estate, quando le routine delle famiglie cambiano.

Le persone tendono a essere più colpite dalla solitudine da giovani (sotto i 30 anni) e in tarda età (sopra i 60). Varie ricerche, per esempio, hanno trovato che essere sposati o convivere con qualcuno protegge dalla solitudine, ma questo ha un peso minore nei giovani, non ancora sposati, o negli anziani, tra i quali è comune la vedovanza.

 La solitudine cronica

La «solitudine cronica» significa vivere un isolamento profondo per lunghi periodi, indipendentemente dalle circostanze. Tanto che arriva a determinare uno stile disfunzionale nell’elaborazione delle informazioni sociali (ipervigilanza nei confronti delle minacce esterne), problemi psicologici (depressione) e disadattamento interpersonale (ritiro sociale).

 Ridurre la solitudine

Christopher Masi ha analizzato 20 interventi contro la solitudine su un totale di 50 studi pubblicati tra il 1970 e il 2009. Gli interventi hanno analizzato quattro categorie principali:

  • miglioramento delle competenze sociali delle persone sole,
  • aumento del sostegno sociale,
  • programmi di mentoring, interazione sociale in contesti ricreativi,
  • terapia cognitivo-comportamentale (TCC).

Sono importanti anche iniziative dedicate agli anziani: dagli interventi di mindfulness, ai robot da compagnia fino a programmi per insegnare a usare Skype.

Mettere in relazione gli anziani a volontari di età simile per una serie di visite ha avuto un certo successo nel limitare la solitudine. Come, d’altra parte, aiutarli a valorizzare le capacità apprese nella vita lavorativa per comprendere che erano ancora utili.