Sensazione postuma

di Wilma Dalsaso

Un bravo borseggiatore certamente conta sulla destrezza della mano, ma anche su una caratteristica del nostro cervello, che chiamiamo “sensazione postuma”.

Questa sensazione postuma dipende da un processo del sistema nervoso che, una volta percepito uno stimolo tattile di una certa durata, tende ad abbassare l’attenzione e la percezione dello stimolo. Questo significa che i ricettori tattili della pelle e del midollo spinale non mandano più al cervello alcuna informazione relativa allo stimolo. Possiamo dire, utilizzando una metafora informatica, che i neuroni associati ai recettori vanno in “standby” fino a quando non ricevono un nuovo input.

Ed è proprio “grazie” a questo meccanismo che il ladro di orologi agisce.

Vediamo cosa succede.

Il borseggiatore ci afferra il polso e applica una leggera pressione al di sopra del cinturino dell’orologio. Il ladro sa che la pressione non deve essere forte, ma deve avvicinarsi al peso dell’orologio. Dunque, più la pressione è precisa rispetto al peso dell’orologio e meno probabilità ha di “ri-attivare” i ricettori tattili associati all’orologio.

Il giochetto quindi consiste nell’ingannare i nostri ricettori tattili facendo in modo che questi ultimi non percepiscano la differenza tra l’orologio e la stretta del ladro. Sono convinti che la pressione del ladro sia il nostro orologio.

Così, il nostro cervello non riceverà informazioni sul nuovo stimolo (la pressione del ladro) che ha colpito il nostro polso.

Il ladro potrà quindi proseguire rimuovendo l’orologio e successivamente lasciare la presa.

E non “sentiamo che ci manca qualcosa”? No, perché “grazie” anche alla sensazione postuma, cioè il prolungamento della percezione dello stimolo anche quando questo è cessato, i ricettori tattili continueranno a non mandare impulsi nervosi al cervello, credendo, e facendoci crede, che il nostro orologio sia ancora lì.

Una volta terminata la sensazione postuma, ci accorgeremo (forse) che l’orologio non c’è più.

Un altro esempio di come reagiscono (o meglio, non reagiscono) i nostri neuroni tattili è quello degli occhiali in testa: capita di cercare gli occhiali e di scoprire che sono infilati sulla testa. Certamente quando li abbiamo indossati i ricettori tattili del cranio hanno fornito l’impressione sensoriale della loro presenza. Poi però sono diventati uno stimolo costante e i neuroni tattili del cranio non hanno più trasmesso nulla al cervello. Così ce li siamo dimenticati in testa.