Se allora
“Se…allora” è un processo decisionale che utilizziamo nel quale pensiamo che se le premesse da cui partiamo sono vere allora siano vere anche le conclusioni. Questo meccanismo, legato al pensiero induttivo, è tanto più forte quando abbiamo a che fare con le probabilità.
Così, se partiamo dalla premessa che il sole fino a ora è sorto tutti i giorni, arriviamo alla conclusione che il sole sorgerà anche domani. In questo caso la probabilità diventa regola assoluta. D’altra parte non possiamo certo pensare, ogni sera quando andiamo a letto, che domani il sole potrebbe non sorgere. Ecco che ci affidiamo alla regola assoluta. Non solo, ma pur sapendo che non è vero che il “sole sorge”, perché è la Terra che ruotando ci fa vivere questa esperienza, continuiamo a privilegiare questo vissuto alla regola astronomica. Nessuno di fronte a una bella alba pensa o dice “che bella questa rotazione della terra”, bensì “che bello questo sole che sorge”.
Il pollo di Bertrand Russel
Fino a qui questo processo decisionale non ci comporta particolari problemi, ma come ci ricorda Bertrand Russel (1912) possiamo fare la fine del pollo.
Russel nel suo famoso trattato di filosofia parla di un pollo che alla mattina vede arrivare il contadino che gli porta del grano da mangiare. Sulle prime il pollo un po’ diffidente e si chiede che cosa stia accadendo. Ma poi, di mattina in mattina, il contadino continua a presentarsi al pollaio portando cibo per il pollo. Quest’ultimo comincia a farsi dentro la sua testa una regola che potremmo formulare in questo modo “alla mattina arriva sempre un contadino che mi porta da mangiare”. Man mano che i giorni si ripetono il pollo sarà sempre più convinto di questa regola. Arriva però la mattina di Natale e il contadino entra nel pollaio, afferra il pollo, gli tira al collo e se lo porta a casa per mangiarlo.
Come nota il famoso filosofo, man mano che si avvicinava Natale, data nella quale il contadino aveva deciso di mangiare pollo, quest’ultimo si confermava sempre di più nella sua regola: “alla mattina arriva sempre un contadino che mi porta da mangiare”.
In questo caso il pollo cade in una fallacia induttiva che si produce quando le premesse di un argomento non appoggiano adeguatamente la conclusione. Nella maggior parte delle fallacie accade questo perché le premesse che si offrono hanno poca, o nessuna, connessione logica con la conclusione.
Si tratta di una trappola inevitabile?
Alfredo il tacchino
A questa risponde una vignetta di Guido Silvesti (Silver) della famosa serie di Lupo Alberto. Una mattina un papero si avvicina canticchiando al pollaio, bussa e dallo stesso parte un colpo di fucile. A questo punto il papero, un po’ bruciacchiato, dice: “devo ricordarmi che la mattina del giorno del ringraziamento, Alfredo, il tacchino, è un po’ nervoso”.
Questo significa che possiamo imparare dall’esperienza e dai nostri errori e non comportarci come polli, bensì come Alfredo il quale nel giorno del ringraziamento (quando notoriamente gli statunitensi mangiano il tacchino) non cade nella fallacia induttiva, ma spara a chiunque si avvicini.