Ho conosciuto Piero Parietti molti anni fà quando presso la sede dell’Ordine dei medici di Vicenza è stato invitato a condurre dei gruppi Balint.

Chi meglio di lui che faceva parte del direttivo internazionale proprio sui gruppi Balint.

Si tratta di un lavoro durato diversi anni, anche se confesso di avere perduto la dimensione del tempo relativo a quella esperienza.

Quello che ho imparato

Valorizzare la centralità del rapporto tra terapeuta e paziente è altrettanto importante di una corretta diagnosi e di un piano terapeutico raffinato.

Cose utili e sostanziali, ma senza un caldo rapporto con il paziente rischiano di essere fredde e lontane dal raggiungimento del benessere.

Rappresentare, anche attraverso il racconto, e a volte la simulazione il rapporto con il paziente era fondamentale per cogliere aspetti che rischiavano di sfuggire o di essere male interpretati.

Proprio il fatto di venire rappresentati e simulati di fronte a un gruppo di colleghi sanitari permetteva di avere un feedback importante e spesso illuminante rispetto al rapporto che andavo a costruire con il mio paziente.

A volte vedersi dal di fuori è essenziale.

Proprio questa modalità di lavoro permetteva di cogliere le emozioni del paziente in tutto il suo valore, non come giudizio, ma come il sentire che questa è una parte essenziale del rapporto terapeutico.

La stessa valorizzazione degli aspetti psicosomatici, pur se lontani dall’esperienza clinica psicoterapeutica, ha pemesso di cogliere quest’altro vissuto essenziale nei miei pazienti. Non a caso Piero è stato tra i fondatori della Società Italiana di Medicina Psicosomatica (SIMP) del quale è stato anche presidente.