Orientamento nello spazio
di Antonio Zuliani
Uno stratagemma proposto nel racconto “Giorno dei morti” mostra come il nostro rapporto con l’ambiente e in particolare l’orientamento nello spazio sia spesso condizionato da piccoli e apparentemente poco significativi segni.
Il racconto “Il giorno dei morti” scritto nel 1945 da Agatha Christie ruota attorno alla strana ed inspiegabile morte di George Barton che, si scoprirà, rimane ucciso al posto di Iris Marle a causa del fatto che un cameriere frettoloso raccoglie la borsetta della donna e la depone sul tavolo nel posto sbagliato. Questo fa in modo che i due, ritornando al tavolo dopo un ballo, si scambino di posto e il calice avvelenato destinato a lei finisca davanti all’uomo.
Lo so bene che non si racconta mai la fine di un libro giallo, ma in questo caso colpisce l’utilizzo, forse un tantino ingenuo, di uno dei principi della psicologia ambientale (di cui certamente non si parlava minimamente quando è stato scritto il racconto) che concerne le strategie che utilizziamo per l’orientamento nello spazio.
In questo caso i due protagonisti tornano al tavolo, utilizzano la posizione della borsetta di lei per orientarsi sui rispettivi posti a tavola.
Si tratta di espedienti che tutti usiamo in quanto non possiamo di certo proporci, ogni qual volta ci spostiamo in un ambiente, di esaminarlo da principio, di coglierne tutte le caratteristiche e così via. Il nostro cervello non tollererebbe tanta fatica. Per cui ci limitiamo a fissare alcuni punti di riferimento e sulla base dei quali riorganizziamo la nostra presenza e i nostri spostamenti.
Questo è uno dei motivi per cui, se nell’ambiente cambiano degli aspetti non essenziali, per queste strategie non ne cogliamo affatto il mutare, mentre rimaniamo letteralmente disorientati se cambiano elementi per noi essenziali.
Abbiamo già affrontato quest’ultimo effetto nell’articolo relativo agli spostamenti dei prodotti nei supermercati e nel senso di estraneità e disagio che ciò comporta nei clienti.
Certamente appare improbabile che si possa commettere un delitto utilizzando uno stratagemma come quello ideato da Agatha Christie, ma è indubbio che proprio l’attenzione a segnali di questo tipo può rendere il rapporto con l’ambiente, sia esso di lavoro e casalingo, più leggibile e quindi improntato al mantenimento del benessere.
D’altra parte non è forse vero che abbiamo il “nostro posto a tavola” e che quando sediamo a quel posto il cibo ci sembra più buono e facile da mangiare?
Quando si alza la testa dalla propria scrivania non è rassicurante vedere le stesse cose o lo stesso panorama fuori dalla finestra?
Sono “dettagli” sui quali StudioZuliani lavora con attenzione quando affianca aziende o singole persone nell’opera di riprogettazione ambientale con al centro il benessere di chi vi soggiorna.