Continuiamo l’approfondimento sulla percezione del rischio vista attraverso gli schemi culturali trattando la visione della sicurezza nella regione del Medio Oriente e Nord Africa.

Come nel caso dell’Africa Subsahariana, già trattata in precedenza, anche l’area del Medio Oriente e Nord Africa presenza differenze interne dovute alla propria vastità. Al suo interno convivono diverse culture. In Nord Africa troviamo quella araba e quella berbera. Alla cultura araba del Medio Oriente si aggiungono, invece, le diverse culture di origine persiana.

Il destino già scritto dell’individuo

Queste culture hanno in comune l’influenza della religione musulmana che, pur non essendo l’unica ad essere professata, ha una forte influenza sulle culture locali.

Il concetto che più influenza il significato di sicurezza è quello di predestinazione di origine divina, in arabo maktoob. Esso è deciso da Dio ed è destinato ad avverarsi.

Vi potrebbero essere, dunque, approcci della persona alla vita come determinata unicamente da Dio. Nel campo della sicurezza, questo potrebbe portare a disattenzioni dovute alla fiducia nella volontà divina e all’illusione che non vi siano atteggiamenti umani che possano prevenire la sorte dell’individuo.

Non bisogna però pensare che il concetto di destino si accompagni ad una concezione del mondo fatalista. Esso può essere modificato dalla persona attraverso la preghiera e la fede.

Discutendo il fatto che vi sia questa possibilità di cambiare il destino, si può dunque aggiungere l’idea che esso sia influenzabile anche dai comportamenti umani.

 Il dovere di preservare la propria integrità fisica

Vi è un altro concetto della religione musulmana che risulta essere ancora più utile nell’adozione di comportamenti di prevenzione e sicurezza. La persona ha il dovere di preservare e proteggere l’integrità del proprio corpo quale dono di Dio.

Si apre dunque un enorme spazio di discussione sulla necessità di adottare tutti quei meccanismi di sicurezza atti a preservare la salute fisica e a diminuire il rischio di infortuni.

Facendo leva sul dovere religioso di aver cura della propria salute, risulterà più facile che la persona accetti di adottare tutte le misure di sicurezza previste e di indossare i dispositivi richiesti. I comportamenti legati alla diminuzione del rischio assumono, allora, una connotazione di reverenza verso il divino da parte del lavoratore musulmano.

 Conclusioni

Con questo articolo non si vuole dire che vi sia una facilità assoluta nel far accettare le regole e i dispositivi di sicurezza al lavoratore musulmano. Vi sono altresì aspetti di difficoltà, come quello registrato da alcune aziende che non riuscivano a far accettare l’uso di tute integrali ai propri lavoratori.

Questi esempi sono comunque superabili attraverso il dialogo. L’episodio delle tute integrali, ad esempio, deriva dal bisogno di modestia nell’utilizzo dei servizi igienici ed è facilmente superabile offrendo protettive tute a due pezzi.

Grazie alla conoscenza dei dettagli religioso-culturali e al dialogo è dunque possibile creare un modello di sicurezza efficace che renda il lavoratore partecipe e attore attivo della riduzione del rischio.