Durante questa pandemia ho pensato e sperato che l’esperienza vissuta fosse fonte di nuovi apprendimenti. Il sapere che il nostro cervello apprende dall’esperienza mi rassicurava in marito. Lo sperimentare come l’uscita dalla fase più acuta della pandemia fosse la conseguenza delle attenzioni e dei gesti di tutti, ci faceva sperare che questo ci avrebbe insegnato come analoga attenzione valesse anche per la sicurezza sul lavoro. Ciò all’interno di una visione di compartecipazione collettiva all’obiettivo e alle attenzioni per raggiungerla.
Ma le cose sono più complesse.
Quello che sta accadendo con le resistenze emerse attorno alla vaccinazione e all’adozione del green pass sta mostrando, però, anche un altro versante della questione. La rivendicazione di un diritto personale a considerare il proprio concetto di sicurezza superiore a quello collettivo. Un atteggiamento che avrà ripercussioni inevitabili anche sulla sicurezza sul lavoro nell’azienda. Ciò perché sempre più persone si sentiranno nel diritto non aderire e rispettare le regole e i comportamenti indicate dalla norma e dall’azienda.
Perché è avvenuto questo? Perché questa tendenza è oggi fomentata da parte del mondo sindacale e politico? Per quale motivo una sicurezza collettiva, del noi, è sostituita da quella personale dell’Io.
Due ragioni su cui riflettere
Le ragioni possono essere tante e riteniamo utile discuterle.
Formuliamo due prime ipotesi di discussione con l’intento di aprire un dibattito in merito.
In primo luogo la pandemia ha evidenziato una tendenza, che esiste nella nostra cultura, che privilegia l’interesse del singolo su quello della sua stessa comunità di appartenenza. La pandemia ha evidenziato, attraverso il comportamento e la dedizione di molti, il meglio che c’era in noi. Ma anche le contraddizioni. Come accade di fronte a tutti le situazioni critiche.
Un secondo aspetto deriva dall’aver accentuate l’importanza della risposat tecnica alla pandemia, attraverso la pur corretta valorizzazione del vaccino.
Il vaccino è correttamente uno strumento forte nel panorama della risposta complessiva alla sicurezza contro il Covid. Ma se troppo enfatizzato arriva a sminuire il senso di tanti piccoli e decisivi gesti personali. Questo ha portato ad atteggiamenti significativi come la spinta a dismettere al più presto l’uso delle mascherine, dell’igiene delle mani, dell’evitare assembramenti eccessivi. Attenzioni alla sicurezza che vanno bel al di là della pandemia.
Sono solo due degli aspetti che hanno accentuato la tendenza a privilegiare il mettere al centro la visione personale di sicurezza a scapito di quella collettiva. La quale, inevitabilmente, chiede delle rinunce, la prima delle quali è di non ritenere di essere comunque è sempre nel giusto.
Un’apertura di riflessione. Affinché la ripartenza delle attività produttive non provochi tensioni e significativi arretramenti verso lo sforzo di realizzare una cultura della sicurezza solida e condivisa.
Discutiamone