La curiosità è centrale perché il cervello è spinto costantemente a cercare di capire tutti gli stimoli che gli arrivano. Ogni cambiamento inaspettato è temuto in quando modifica la tanto amata stabilità (non a caso si parla di tendenza alla omeostasi). Ma le novità sono anche una grande opportunità di cambiamento e di evoluzione (questo è il vero significato di resilienza). Per favorire questo processo occorre aiutare le persone a non elevare barriere difensive troppo forti: aver paura dell’incognita insita nel cambiamento non aiuta. Una funzione nel favorire la strada del cambiamento, senza far elevare barriere difensive troppo forti, sta nel modo in cui si comunicano le cose.
Lavorare sulla curiosità
Gli stimoli inaspettati catturano l’attenzione e possono generare curiosità di saperne di più. Questo perché, di fronte a ogni novità, attiviamo dei meccanismi mentali con la precisa funzione di non far sentire ciò che accade come estraneo o addirittura pericoloso. Ma, anzi, corrisponda a percezioni già note e a sensazioni già vissute. In questo modo le barriere si sciolgono verso una disponibilità a un nuovo che non viene vissuto come temuto.
Due esempi dal cinema
Due esempi, tratti da due scene cinematografiche notissime, ci aiutano.
In Guerre Stellari Han Solo vanta le grandi doti del suo Millennium Falcon dicendo “ha percorso la rotta di Kessel in meno di dodici parsec”. Letteralmente è una frase per noi senza senso, ma appare al contempo credibile. Per rimanere in tema andiamo a Blade Runner e precisamente alla morte del replicante Roy Butty che dice “io ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser”. Non importa se questi luoghi esistono o meno: sono entrati nella nostra mente per il modo in cui sono stati comunicati.
Una strategia
Come si vede da questi esempi, le informazioni non vissute come ostili hanno anche la forza di stimolare la curiosità: il cervello si attiva positivamente. L’obiettivo è quello di stimolare la curiosità, sapendo che il cervello avrà l’impulso di colmare i vuoti dell’informazione in suo possesso. Se offriamo noi delle risposte a questa curiosità, la stessa diventerà stimolo al cambiamento.