Ignaz Semmelweis

 

La storia di Ignaz Semmelweis mostra come di fronte a un problema si aprono due strade. Utilizzare azioni e strategie che rimangano coerenti con il quadro concettuale di fondo con il quale si è sempre affrontato quel problema. Oppure utilizzare modelli mentali diversi e, così facendo, individuare nuove azioni e strategie.

Questa seconda via appare difficile da realizzare, perché si scontra con la nostra resistenza e quella del sistema al quale apparteniamo al cambiamento del modello mentale.

Un esempio di quanto detto è la vicenda del dottore Ignaz Semmelweis. Semmelwies, nel 1846, fu colpito dal fatto che nel reparto di ostetricia di Vienna 11% delle donne ricoverate moriva di febbre puerperale e cercò di individuarne la causa. Escluse le ipotesi legate all’aria della città e all’autosuggestione che erano le più accreditate. Semmelweis notò che nel padiglione dove si registrava questo alto tasso di mortalità lavoravano i medici, mentre nel padiglione nel quale il parto era seguito dalle ostetriche la mortalità per febbre puerperale era dieci volte più bassa.

Il dottore, cercando una spiegazione a questo fatto, notò che i medici e gli studenti di medicina presenti in reparto prima di visitare le partorienti praticavano l’autopsia sulle donne decedute.

Semmelweis collegò questo dato organizzativo all’incidente accaduto al collega Kolletschka che era morto con un quadro clinico somigliante a quello delle donne poco dopo essersi ferito solo superficialmente con un bisturi durante un’autopsia.

Le sue rivoluzionarie conclusioni

Semmelweis concluse che i medici erano il veicolo inconsapevole della malattia e la strategia che propose fu quella di obbligare i medici a lavarsi le mani con una soluzione di ipoclorito di calcio prima di visitare le partorienti.

Con questa strategia, nel 1847 la mortalità si ridusse al 5% per attestarsi nell’anno successivo all’1%.

Le reazioni della classe medica

Questo dato da solo avrebbe dovuto confermare la correttezza della sua analisi e della strategia da lui proposta, ma così non fu. I medici dell’ospedale con a capo il professor Klein ritennero offensivo l’obbligo di lavarsi le mani, in quanto questo implicitamente indicava che i medici stessi potessero essere il veicolo della malattia. D’altra parte nel 1843 quando, durante un convegno medico a Boston, il dottor Oliver Holmes sostenne che i medici dovevano cambiarsi d’abito e lavarsi le mani prima di assistere le partorienti suscitò un vespaio di polemiche.

Il rifiuto di cambiare modello mentale da parte dei medici comportò il licenziamento del dottor Semmelweis e l’ostracismo nei suoi confronti da parte della Comunità Medica. La sua vita si conluse con un ricovero in manicomio, dove morì nel 1865.

Il modello mentale dei medici di Vienna è stato più forte dell’evidenza clinica che aveva messo in luce Ignaz Semmelwies.