Negli anni avevo letto molto di quello che aveva scritto Gianpaolo Lai. Cosa che ho continuato a fare anche in seguito seguendo le sue numerose iniziative editoriali.
Mai perdere l’occasione di crescere
Un certo giorno un collega padovano mi ha proposto di partecipare a un gruppo di supervisione con lo stesso Lai ed anche Pierette Lavancy. La mia risolta è stata “si”. Mai perdere queste occasioni per crescere.
Quello che ho imparato
Durante la supervisione, per ogni contro era richiesto non tanto un resoconto di quello che ci eravamo detti con il cliente.
Già la parola “cliente” collocava il rapporto su un piano di parità, che il più consueto termine di “paziente” svilisce a una posizione diseguale.
La trascrizione, ricavata dal registratore, ricollocava le parole dette e il loro stesso ordine con le quali venivano pronunciate fuori da una logica che può spingere alla conferma di parole via via pensavo di aver, in tutta sincerità, di aver detto, ma che possono essere una ricostruzione per me rassicurante circa le mie capacità.
Il ché non corrisponde al percorso della persona che ho di fronte. L’unica intestataria delle sue parole e dell’interpretazione delle stesse.
Comprendere che il compito di interpretare e di dare un significato per la sua vita spettava al mio interlocutore è un aspetto che ha segnato tutta la mia successiva attività professionale e come imparare la diagnosi è la stessa tappa finale del percorso.