Guardare e vedere non sono sinonimi: fanno riferimento a due esperienze diverse.
Guardare le cose attorno a noi, quello che accade, le persone che incontriamo significa osservare il tutto con gli occhi di una cultura condivisa. Questo è inevitabile: il nostro cervello interpreta gli stimoli che gli arrivano sulla base degli schemi che possiede. Che si è costruito negli anni, spesso utilizzando proprio l’esperienza condivisa con gli altri, quello che ci hanno insegnato a interpretare.
Vedere
Vedere è un’esperienza in parte diversa dal guardare. Non comportai negare gli schemi precedenti, ma accettare, senza negarli, che vi siano anche altri segnali che vanno visti, mostrati e elaborati per una nuova lettura della realtà. Non si stratta di un’opera di rottura con il passato e la tradizione, che rischierebbe di essere respinta, ma di un progresso nel leggere la realtà.
Marco Polo
Un esempio ci viene da lontano, e, proprio perché lontano, ci può essere più facile comprenderlo alla luce di quanto scritto sopra.
Se tratta di una pagina del “Milione” di Marco Polo. Nell’originale versione francese e non nella riscrittura in lingua Toscana che ne ha modificato molte parti, cambiando proprio quelle che non corrispondevano alla cultura interpretativa della realtà corrente.
Nel suo viaggio Polo si attendeva di incontrare l’unicorno. Un animale che la cultura del suo tempo considerava esistente tanto da essere raffigurato nello stemma del regno inglese.
Marco Polo, come si aspettava, lo incontra, ma vede che quel l’animale ha delle caratteristiche diversi da quel tenero capretto o snello cavallino che si aspetta. Infatti, nella sua descrizione scrive che ha “pelo di bufali e piedi come leonfanti”. La sua testa sembra più quella di un cinghiale.
In realtà l’animale che vede è il rinoceronte, ma lui non lo conosce ( sua cultura condivisa non sa della sua esistenza) e chiama questo animale unicorno. Marco ha però una vivida intelligenza e osserva che quello che ha di fronte non è come nella tradizione, un animale che ha un atteggiamento gentile verso le fanciulle. Particolarmente mansueto con le fanciulle vergini, simbolo di purezza. Marco Polo scrive “ella è molto laida bestia a vedere. Non è, come si dice di qui, ch’ella si lasci prendere alla pulcella, ma è il contrario”. Non capisce perché questo unicorno non si comporti come dovrebbe, ma lo vede e ne prende atto.
Vedere per comprendere
Al di là di questo racconto, appare chiaro che vedere è l’attenzione migliore che possiamo mettere in atto per comprendere, gradualmente, ma sempre meglio, la realtà che viviamo.
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