Oggi nel mondo occidentale passiamo in media il 90% della nostra vita al chiuso. Una scelta che ci ha spinto progressivamente a sostituire la luce naturale con quella artificiale. Questo non solo al buio, ma in qualsiasi orario.
La pandemia di questi anni ha ulteriormente accentuato questa abitudine. Anzi, forse a causa del lavoro a distanza ha portato molti a lavorare persino di più, e anche durante le ore serali.
Questa tendenza ha determinato un aumento dei disturbi del sonno (insonnia, ritardo nell’addormentamento, ecc.) e una rottura dei ritmi circadiani (il rapporto sonno-veglia) con conseguenze sulla salute fisica e mentale.
L’origine: le ipRGC
Per risalire all’origine del problema e cercare una soluzione può essere utile prendere in esame le ipRGC. Le ipRGC sono delle cellule gangliari retiniche intrinsecamente fotosensibili. Si collocano nella parte posteriore dell’occhio, dietro ai coni e ai bastoncelli che permettono di elaborare le immagini. Sono capaci di rilevare la luce e di allineare il ritmo circadiano del cervello con la luce ambientale, grazie agli impulsi che mandano al nucleo soprachiasmatico (Scn).
Le ipRGC si attivano in risposta a qualsiasi luce intensa o prolungata, ma sono particolarmente sensibili alla luce che si trova nella parte blu dello spettro. Luce che viene solitamente impiegata nella maggior parte dei LED e negli schermi dei nostri dispositivi (computer, tablet e smartphone).
Il problema: la sera
Proprio l’esposizione serale a questo tipo di luce ritarda i tempi del nucleo soprachiamsatico di cui si parlava sopra, spingendo ad andare a dormire più tardi. Con una significativa interferenza con la produzione di melatonina, l’ormone utile alla regolazione del sonno.
La conseguenza è quindi che si tende a dormire di meno, di sentirsi più stanchi sia al mattino sia durante la giornata e meno soddisfatti della propria qualità del sonno.
Un suggerimento: il filtro luce blu
Ovviamente la soluzione migliore per affrontare questo problema è quello di non utilizzare dispositivi durante la sera, tantomeno a letto.
Se dovesse succedere di dover lavorare durante la serata sarebbe certamente utile utilizzare un tool spesso già inserito di default sui dispositivi (telefoni, smartphone e tablet): il filtro luce blu. Questo filtro, anche chiamato “luce notturna” o similari, permette di ridurre proprio lo spettro blu, contrastando così gli effetti sopra descritti.
Si può impostare questo filtro in modo automatico indicando l’ora di attivazione e quella di spegnimento. Si attiveranno ogni giorno all’ora indicata.