Condividere azioni
di Antonio Zuliani
Porre le persone nelle condizioni di condividere azioni con altri a fronte di situazioni critiche non è utile solo ai fini dell’addestramento, ma promuove la comprensione degli altri e la risonanza che abbiamo nei loro confronti. Si tratta di aspetti essenziali per maturare un senso di destino condiviso, molto utile nel momento in cui ci si trova a gestire un’emergenza
Se è del tutto evidente, per quanto ne sappiamo, che non esiste la capacità di leggere nel pensiero altrui, tutti sperimentano l’esistenza della “semantica dell’azione”, ovvero la capacità di sapere istantaneamente cosa significa un gesto di un’altra persona. Si tratta di una capacità che condividiamo con i nostri più lontani antenati che, in questo modo, hanno imparato a comprendere velocemente e con grande utilità sociale le intenzione di amici e nemici.
Non si tratta solamente di un’abilità sociale, ma chiama in causa delle precise aree cerebrali. Infatti, gli sudi compiuti attraverso la fMRI (Risonanza Magnetica Funzionale) mostrano che le aree cerebrali premotorie e il giro frontale inferiore simulano le azioni che osserviamo. Non solo, ma questa sorta di simulazione o per meglio dire di rappresentazione dell’azione provoca un’attività nelle regioni cerebrali generalmente associate all’emozione: l’insula e l’amigdala.
D’altra parte l’esperienza imitatoria del bambino fa in modo che egli si crei degli schemi mentali relativi ai movimenti che vede compire dagli adulti, pur senza compierli lui stesso in quel momento.
Questa è la sostanza dell’esperienza derivata da quelli che Rizzolati ha chiamato “neuroni a specchio” che non hanno la funzione di determinare una semplice imitazione del tipo “faccio quello che vedo”, bensì di permettere alla persona di osservare dal suo punto di vista personale l’azione dell’altro.
Si tratta di un aspetto importante perché nelle situazioni di emergenza le persone assecondano le azioni degli altri per non disperdere la coesione del proprio gruppo.
Ecco allora che condividere un’esperienza esercitativa significa non solamente apprendere dei gesti e/o delle competenze, ma avviare un feedback positivo non solo nei riguardi dei gesti da compiere, ma anche nella direzione di favorire la connessione tra le persone chiamata a metterli in essere.
Il gruppo viene aiutato, nel condividere azioni, a non perdere la sua identità di fonte a un’emergenza, ma a far prevalere la parte socializzata.