Chi è al vertice ha più stress
di Antonio Zuliani
Ma è proprio vero che chi è al vertice di un’azienda o di un’organizzazione ha più stress dei suoi sottoposti? In questo articolo vediamo che le cose non stanno proprio così.
Chi è al vertice è più stressato dei suoi sottoposti è quanto dicono molti esperti forse per giustificare la fiorente industria di motivational speaker e di coaching che insegna ai leader come gestire il loro carico di stress. Ma tutto ciò è vero?
Uno studio di Harvard
Uno studio riportato dal Los Angeles Times non sembra confermarlo. Rivela, infatti, che coloro che siedono ai vertici della politica nazionale, dell’esercito, delle aziende e delle organizzazioni senza scopo di lucro non sono poi così stressati. Ciò se li confrontaimo con persone della stessa età, genere ed etnia che non sono nelle stesse condizioni.
Per i ricercatori di Harvard la fonte della relativa serenità dei leader è legata alla possibilità di esercitare il controllo sui loro orari, sulla gestione della loro vita di tutti i giorni, sulla loro sicurezza finanziaria, sulle loro aziende e sulle loro vite. Secondo questa ricerca “I leader possiedono una particolare risorsa psicologica – un senso di controllo – che può agire contro lo stress”.
D’altra parte è quanto è già stato ampiamente osservato nei primati. I babbuini e le scimmie che si elevano ai ruoli di comando nei loro gruppi sociali mostrano livelli di ansietà e stress più bassi, finche il loro status non si trova sotto sfida costante.
I risultati
“E’ chiaro che avere un senso di controllo protegge contro lo stress” dice Nichole Lighthall che studia lo stress ed i suoi effetti all’università di Duke.
Secondo questo studioso “Le persone che si trovano a tutti i livelli di un’azienda possono essere colpiti dal mercato e dalla sua imprevedibilità, ma mentre gli impiegati comuni potrebbero essere preoccupati dalla possibilità di essere licenziati, gli executive possono sentirsi abbastanza sicuri del fatto che “manterranno la loro posizione nella società, la loro superiorità, il loro stile di vita e le loro entrate” anche nel caso in cui l’organizzazione che loro dirigono debba soffrire”.
Lo psicologo sociale Gary Sherman e i suoi colleghi hanno reclutato 148 persone con funzioni dirigenziali nell’esercito, nel governo, nelle imprese e nelle organizzazioni senza scopo di lucro.
A ciascun partecipante e stato chiesto di completare un inventario di tratti psicologici e un questionario che rileva l’estensione con cui una persona sente il senso del potere in generale e la sua relazione con gli altri. E’ stato inoltre chiesto ai partecipanti di descrivere i loro lavori e di riportare il numero dei loro sottoposti. Infine i partecipanti allo studio hanno fornito un campione della loro saliva per far si che i ricercatori misurassero il loro livello di cortisolo.
Come comparazione lo studio ha coinvolto 65 persone comuni che non esercitano ruoli superiori ad altri. I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di completare lo stesso inventario e questionario e hanno misurato il loro cortisolo. Si assicurarono che entrambi i gruppi – di leader e non – fossero identici in termini di età, genere e composizione etnica.
Conclusioni
Il risultato mostra che, rispetto ai non-leader, il senso di controllo dei leader e la loro propensione all’ansia erano minori. Allo stesso modo lo erano i loro livelli di cortisolo, fornendo così la prova psicologica del loro minor stress. Rispetto al numero di dipendenti dichiarati, i ricercatori hanno constatato che più era alto il numero dei loro sottoposti e minor risultava lo stress e l’ansietà del dirigente.
Ora non sappiamo, come osserva anche Samuel Barondes, direttore dell’UC San Francisco Center for Neurobiology and Psychiatry, se i leader siano meno stressati qualora salgano ai vertici o se si tratti di persone che essendo meno stressate sono più facilitate nella ascesa.
Probabilmente si tratta di una combinazione di entrambe le cose. Ma in ogni caso “una volta che ce l’avete fatta e che non siete la vittima di cattivoni capricciosi a voi superiori sarete meno stressati” dice Barondes, autore di “Making Sense of People: Decoding te Mistery of Personality.”