Cecità da disattenzione
di Antonio Zuliani
In un precedente articolo avevamo indicato come il fatto stesso di telefonare sia pericoloso mentre si guida a causa della cecità da disattenzione. Nell’articolo avevamo citato un studio di Hyman che vogliamo qui riprendere per la sua importanza nel campo della sicurezza. Hyman e colleghi studiarono i comportamenti di 317 persone che attraversavano una piazza, analizzando alcuni dati fra i quali, il tempo impiegato ad attraversare la piazza, se si fermavano durante l’attraversamento, quante volte cambiavano direzione, procedevano a zigzag, barcollavano o inciampavano, e se qualcuno si scontrava con un altro passante o comunque evitava la collisione all’ultimo momento. I soggetti sono stati suddivisi in quattro gruppi a seconda che passeggiassero: 1) parlando al cellulare, 2) ascoltando musica da un lettore mp3, 3) da soli, 4) in compagni con un’altra persona.
I risultati
I risultati hanno mostrato che i soggetti col cellulare (fatti salvi la durata dell’attraversamento e il numero delle soste) cambiavano direzione sette volte più spesso di chi non stava usando il telefonino (il 29,8% rispetto al 14, 7%), tre volte più spesso di chi ascoltava musica (11%) e zigzagavano in mezzo alla folla in misura significativamente superiore agli altri tre gruppi (sebbene, stranamente, quelli con il lettore mp3 fossero i meno «ondivaghi» delle quattro categorie). Le persone assorte nelle telefonate, inoltre, riconoscevano e salutavano i passanti solo nel 2,1% dei casi (contro l’11,6% di chi non era al telefono), e si scontravano o rischiavano lo scontro con altri passanti nel 4,3% dei casi (contro lo 0% di chi camminava da solo o in compagnia di un’altra persona e 1’1,9 di chi ascoltava musica). I più lenti, nonché quelli che si fermavano più spesso, erano quelli che passeggiavano in compagnia. In effetti, tra le altre situazioni, camminare in coppia era l’unica che facesse registrare dei valori in qualche modo simili all’uso del cellulare, rispetto alla variabile “velocità”.
Il clown
Successivamente fu introdotta una variabile: nella piazza entrava un clown (dal costume orripilante, con tanto di smisurate scarpe rosse, un enorme nasone vermiglio e un vestito giallo e viola acceso) a cavallo di un monociclo. Gli intervistatori avvicinavano le persone che avevano appena attraversato la piazza e rivolgevano loro due domande: «Hai notato niente di strano?», «Hai visto il clown?» Alla domanda se avessero notato qualcosa di strano, rispondeva di sì l’8,3% di chi stava usando il telefonino, contro una percentuale compresa fra il 32 e il 57% di quelli che non stavano usando apparecchi elettronici, che ascoltavano musica o che camminavano in coppia. Alla domanda «Hai visto il clown?», rispondeva di sì il 25% dei «telefonisti», contro rispettivamente il 51, 60 e 71,4% delle altre tre categorie. Possiamo concludere che il 75% di chi stava al cellulare agiva sotto l’effetto della cecità da disattenzione.
Hyman I.E., Boss S.M., Wise B.M., McKenzie K. E., Caggiano J. M., (2010), Did you see the unicycling clown? Inattentional blindness while walking and talking on a cell phone, in Applied Cognitive Psychology, Vol. 24 pp. 597-607, 2010.