La pandemia che stiamo vivendo costringe un po’ tutti a cambiare abitudini. Operazione non di semplice attuazione. Il cambiamento pur influenzato da motivazioni personali e sociali segue un percorso evolutivo che è importante conoscere per favorirne il buon esito.

 CambiamentoPer comprendere ciò che accade durante un cambiamento, è utile il modello elaborato da Prochaska e Diclemente (1982) che si presenta come una ruota. Si tratta di una rappresentazione particolarmente efficace perché ricorda che:

è del tutto normale che si debba percorrere il processo di cambiamento anche più volte prima di raggiungere una stabilità,

tutti i settori che lo compongono sono importanti e hanno un ruolo. Compresa la ricaduta che deve essere vissuta come uno stadio possibile e prevedibile che favorisce il buon esito finale.

 Il modello che presenteremo è quello rivisto da Miller e Rollnick (1991) in cinque fasi: contemplazione, determinazione, azione, mantenimento e ricaduta.

Precontemplazione

 Le fasi del cambiamento sono precedute da un periodo nel quale non consideriamo minimamente di essere alla presenza di un problema che richieda un cambiamento. In questo stadio (precontemplazione) è importante ricevere informazioni e feedback sulla nostra condizione, per accrescere la consapevolezza dell’esistenza del problema e della possibilità di cambiare abitudini.

 Contemplazione

 Quando questa consapevolezza è acquisita, entriamo nella prima fase del processo, in quanto ora “contempliamo” la necessità di cambiare abitudini. Si tratta di una fase molto delicata. Qui si alternano momenti nei quali siamo spinti a prendere in considerazione il cambiamento. Altre nelle quali prevale la negazione del problema, la preoccupazione per la fatica o l’idea che non sia necessario cambiare abitudini.

 Sia il momento di precontemplazione sia quello di contemplazione sono situazioni nelle quali l’azione di informazione può per aiutarci a passare alla fase successiva: quella della determinazione a mettere in atto il cambiamento.

 Determinazione e azione

 La determinazione porta a delle azioni mettiamo in atto per modificare le nostre abitudini. Proprio per questo motivo è molto importante che siamo aiutati a individuare azioni coerenti con i suoi scopi. Non solo, ma è importante che siano possibili rispetto alle nostre capacità e all’ambiente sociale nel quale le mettiamo in atto. Ogni strategia di cambiamento ha la necessità di essere accettabile per chi la mette in pratica, accessibile alle sue possibilità, ed efficace. In questo senso il “fai da te” è molto pericoloso perché spesso, pur motivati dall’idea di cambiare abitudini, possiamo scegliere strategie poco opportune e rischiare il fallimento.

 Mantenimento e ricadute

 Se, come l’esperienza quotidiana insegna, avviare delle azioni di cambiamento può essere relativamente facile (pensiamo a quante volte si inizia una dieta o ci si propone di smettere di fumare), diviene più difficile mantenere il processo di cambiamento. Proprio nella fase del mantenimento si presenteranno delle ricadute.

Esse saranno caratterizzate da cedimenti (piccoli passo indietro) o da ricadute vere e proprie: quello che appare decisivo è come le viviamo.

Se la ricaduta appare come un fallimento difficilmente il processo di cambiare abitudini continuerà e la ruota si fermerà. Se, invece, viviamo ogni ostacolo o ricaduta come “normale” e come fonte di apprendimento la ruota del cambiamento non si arresterà. Anzi ci spingerà a ricercare nuove motivazioni, nuove determinazioni e nuove azioni. In sostanza apprendere dagli errori commessi nei propri processi di cambiamento permette di migliorarne le strategie e le azioni fino ad arrivare a una fase di mantenimento così stabile da poterla considerare un cambiamento permanente.

 L’adozione di questo modello di cambiamento a ruota, sottolinea l’importanza di cercare il più possibile un sostegno in questo percorso. Ma significa anche che, se proponiamo di cambiare abitudini è necessario considerare questo processo e predisporsi a sostenerlo.

 Bibliografia

 Prochaska J.O. & Diclemente C.C. (1982). Transtheoretical approach:Toward a more integrative model of change, Psychotherapy: Theory, Research and Practive, 19, 276-288.

Miller W. & Rollnick S. (1991). Il colloquio motivazionale, Erickson edizioni, Trento, 1998.