Attentato alla metropolitana di Tokyo
di Antonio Zuliani
Il 20 marzo del 1995 la setta Aum compì un attentato alla metropolitana di Tokyo liberando su alcuni treni il gas Sarin (gas nervino). L’attentato provocò 13 morti e oltre 6.000 intossicati.
Quanto avvenuto è un interessante esempio di come un’emergenza possa presentare degli aspetti verso i quali, non solo si è impreparati, ma che affrontati utilizzando criteri di lettura dell’evento e procedure certamente efficaci per altre situazioni, si possa arrivare ad aggravare le situazione.
Dall’analisi degli avvenimenti emergono alcuni aspetti interessanti:
- in molte stazioni il personale ferroviario interpretò l’evento sulla base dei loro frame cognitivi pensando o a incendi o a malori non ben identificati;
- le azioni che ne conseguirono furono quelle di ricoverare le persone negli uffici della stazione e di andare a ripulire con carta e stracci il liquido che sporcava i pavimenti dei treni. La setta Aum aveva preparato il gas Sarin sotto forma liquida che sarebbe dovuto vaporizzare una volta bucati i sacchetti che lo contenevano, ma a causa di una mal stabilizzazione del gas, questo restò liquido;
- in alcuni casi, gli stracci bagnati sono stati riposti negli uffici della stazione aumentandone il potere tossico;
- alcuni treni continuarono il loro percorso nonostante fossero scese persone che si sentivano male;
- le autorità sanitarie individuarono il gas Sarin solo due ore dopo perché avvisate da un medico, il dottor Yanagisawa, che ne aveva riconosciuto i sintomi perché precedentemente si era occupato di un analogo attentato avvenuto a Matsumoto.
L’attentato alla metropolitana di Tokyo mostra l’intreccio tra la difficoltà a vedere e interpretare un evento sconosciuto e l’attivazione di azioni che sarebbero state corrette in una condizione diversa ma non per la situazione in atto. D’altra parte un attacco con il gas Sarin era un avvenimento impensabile per gli addetti della metropolitana, ma presente nell’esperienza del dottor Yanagisawa che si era già occupato di un attacco analogo.
Anche da quest’esperienza si rileva come sia importante affrontare il tema di prepararsi a essere impreparati utilizzando delle esercitazioni che stimolino e favoriscano i processi decisionali degli addetti all’emergenza e non solo l’applicazione di procedure.